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Recensione PC - Tropico 4

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    Recensione su tropico 4.
    Versione testata: PC

    Gli affezionati di lunga data alla serie Tropico ricorderanno sicuramente la nascita di questo marchio, risalente a ormai dieci anni fa grazie al lavoro svolto da PopTop Software. Lo stesso team di sviluppo si occupò del primo sequel, anche se sotto un nome diverso dopo l'acquisizione dello studio effettuata da parte di Take-Two, che si assicurò così anche i diritti per pubblicare la serie. Tutto ciò per arrivare poi fino al 2009 e a un nuovo publisher, Kalypso Media, con il quale Tropico 3 fu affidato alle mani di Haemimont Games, team di sviluppo con base in Bulgaria. Chiamati a lavorare anche a Tropico 4, i ragazzi di Sofia hanno avuto così modo di offrire alla serie il primo momento per godere di una continuità vera e propria tra un episodio e l'altro, nonostante il conto dei capitoli sia arrivato nel frattempo a quattro. Dopo questa breve premessa sulle origini di Tropico, rispondiamo a quanti si staranno a questo punto chiedendo di cosa si tratti in termini pratici: immaginate di essere su un altrettanto immaginaria isola caraibica (anche se è evidente il richiamo a Cuba); in questo meraviglioso paradiso terrestre il comando è affidato a El Presidente, impegnato a mandare avanti economia, società e politica della cosiddetta Repubblica delle Banane esistente sul luogo, facendo ovviamente leva sul potere garantitogli dalla sua carica totalitaria. Tutto questo tra corruzione, ideologie di ogni tipo e necessità di soddisfare a dovere il proprio popolo, dandogli modo di essere felice senza essere costretto a subire la forza armata del dittatore e dei ribelli.
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    More of the same
    Quando ci si ritrova a parlare di un sequel, spesso si finisce per dividere la propria attenzione tra il paragone con il capitolo precedente della serie e le considerazioni sul gioco in sé, andando così a beneficio di giocatori vecchi e nuovi della serie. Nel caso di Tropico 4, un'operazione del genere non è solo una consuetudine ma diventa praticamente un obbligo, visto e considerato che chi è già in possesso di Tropico 3 troverà tutto sommato poche differenze ad aspettarlo, prevalentemente di contorno a un gameplay che è rimasto uguale nella sostanza. Rispetto al gioco del 2008, le novità introdotte da Haemimont Games in Tropico 4 sono infatti marginali: ci sono diverse nuove costruzioni d'accordo, ma tutte fini a sé stesse, nel senso che non vanno ad ampliare nessun elemento di gioco già visto in Tropico 3. Lo stesso si può dire per gli elementi già esistenti in passato ma leggermente variati, come il palazzo dei ministri dove è adesso necessario assumere al proprio servizio individualmente i propri collaboratori per interni, esteri, educazione, difesa e sanità: se sarebbe lecito aspettarsi possibili stravolgimenti, tutto questo si traduce solo in qualche piccola differenza rispetto al sistema di editti già conosciuto, senza che questo venga quindi ampliato in alcuna direzione. Ed è un vero peccato, perché a conti fatti sarebbe bastato poco per fare di Tropico 4 anche una succulenta preda per gli amanti del suo predecessore.
    Tropico 4 - Teaser trailer

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    Vita da Presidente
    Come dicevamo, dobbiamo però vedere Tropico 4 anche attraverso gli occhi di chi non ha mai avuto modo di avvicinarsi alla serie prima d'ora, ritrovandosi a giocare con la mente sgombra da possibili paragoni. Il risultato è un titolo assolutamente godibile, anche se forse privo di attrattiva nel lungo periodo: dopo aver affrontato un esauriente tutorial iniziale, la campagna permette di giocare attraverso venti diverse missioni di difficoltà crescente. Finite queste, resta a nostra disposizione una modalità sandbox nella quale cimentarsi in libertà, più la possibilità di creare mappe custom con l'editor di gioco, condividendo le proprie e scaricando dal web quelle degli altri giocatori: a conti fatti un po' poco per fare in modo da tenerci alla lunga nei panni di El Presidente. Allo stesso modo però, è innegabile come Tropico 4 faccia del divertimento la propria carta vincente, soprattutto nei primi periodi di gioco, principalmente grazie all'indovinato senso dell'umorismo che fa avanzare costantemente la campagna in un misto tra simulazione e parodia della realtà, comprese le citazioni più strampalate delle frasi pronunciate da politici nuovi e vecchi (compresi i nostri). L'aspetto simulativo ci vede impegnati a gestire la società e l'economia della nostra isola, progettando appartamenti e costruendo fattorie che possano dar da mangiare ai suoi abitanti, possibilmente tendendo a migliorare la loro qualità della vita fornendo loro lavoro e istruzione: facile a dirsi fin qui, un po' meno a farsi, visto che non tutti i cittadini hanno la stessa mentalità e le stesse esigenze, per cui per avere veramente successo occorre barcamenarsi tra le richieste di religiosi, ambientalisti, comunisti, capitalisti e chi più ne ha, più ne metta. Il risultato coincide con un city builder abbastanza gradevole, anche se in linea con i canoni classici di questo genere e dalla profondità non esagerata. Dal punto di vista della difficoltà, Tropico 4 si comporta in modo generalmente normale, toccando talvolta qualche picco un po' più alto nei vari compiti che ci vengono affidati dai nostri consiglieri: capita talvolta di dover dare risposte vincolanti senza avere la possibilità di dare un'occhiata alle relative statistiche per capire quale tra le opzioni scegliere, rischiando così di rovinare i rapporti con qualche stato estero. Il team di sviluppo ha inoltre pensato di mettere a disposizione del giocatore una dimensione "sociale" di Tropico 4, includendo la piena integrazione dei social network Facebook e Twitter per postare foto e obiettivi di gioco raggiunti.
    El Presidente è di nuovo tra noi

    Terremoti e altri disastri
    Tornando un attimo alle aggiunte rispetto a Tropico 3, troviamo ora qualche nuovo disastro naturale pronto a sconquassare i nostri piani di Presidente, ma soprattutto i nostri edifici: terremoti, tornado e uragani accadono in tempo reale grazie al motore del gioco, che permette così al giocatore di assistere in diretta ai loro effetti. Parlando di grafica, Tropico 4 offre il livello di colpo d'occhio che ci si potrebbe aspettare da un titolo del suo genere, dando ampia facoltà di zoom sulle strade della nostra bella cittadina per andare a vedere cosa fanno gli abitanti: ogni singola persona è infatti selezionabile per vedere i suoi pensieri e le sue intenzioni, e all'occorrenza intraprendere azioni di repressione, più o meno celate. Il sonoro risulta particolarmente gradevole e per questo degno di nota, almeno nella versione inglese in nostro possesso che segue perfettamente la linea parodistica già citata, con accenti marcati e immancabili cliché. A fare da sfondo alla nostra vocazione da leader carismatico troviamo anche una serie di motivi più o meno salseri, sicuramente piacevoli da sentire anche se non esagerati in varietà e numero.
    El Presidente è di nuovo tra noi

    Commento
    Così come la recensione, la valutazione finale di Tropico 4 deve per forza di cose essere divisa in due parti: quella che tiene in considerazione Tropico 3 e quella che invece ignora la precedente fatica di Haemimont Games. Per la prima, Tropico 4 diventa a conti fatti una specie di data disk a prezzo pieno, viste le novità poco significative sia numericamente che per il loro impatto sulle meccaniche di gioco. La seconda parte invece può trovare sicuramente in questo titolo una novità divertente, immediata e fresca, anche se forse un po' meno longeva di quanto ci si possa augurare. In base a tali motivi, se appartenete alla categoria di chi ha già giocato Tropico 3 fino al midollo, togliete mezzo punto dal voto finale, mentre potete tranquillamente aggiungerlo se è la prima volta che vi avvicinate a questa serie. Soprattutto nel primo caso comunque, invece di stare a dare troppa importanza a un semplice numerino sarebbe bene quantomeno provare Tropico 4 prima dell'acquisto.
    Voto: 7,5


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0 replies since 7/9/2011, 14:11   23 views
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